Alla ricerca del mio futuro: i percorsi dei giovani dopo il pretirocinio d’orientamento.

Marcionetti, Jenny and Calvo, Spartaco (2014) Alla ricerca del mio futuro: i percorsi dei giovani dopo il pretirocinio d’orientamento. Dati statistiche e società, 14 (2). pp. 35-41.

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Abstract

La lotta all’abbandono scolastico – il processo progressivo di disinteresse per l’istituzione formativa, frutto di un accumularsi di fattori interni ed esterni al sistema educativo (Delcourt, 1989) – è ormai riconosciuta come una priorità in tutte le nazioni. Nei Paesi industrialmente più avanzati, il problema specifico dei NEET (Not in Education, Employement or Training), giovani fra i 15 e i 19 anni che hanno terminato la scolarità obbligatoria e che non stanno seguendo una formazione, è considerato con sempre maggiore attenzione. In Svizzera, attualmente, questo fenomeno riguarda il 5% della popolazione considerata, un tasso di 3,3 punti percentuali inferiore a quello della media dei paesi OCSE (OCSE, 2013). Esso appare quindi ancora relativamente contenuto nel nostro Paese. In ogni caso, se fino a qualche anno fa l’entrata diretta nel mondo del lavoro al termine della scolarità obbligatoria non era vissuta come un fallimento personale, attualmente la percezione individuale e sociale di questo fenomeno è mutata, probabilmente in stretta connessione con l’aumento della disoccupazione giovanile e con l’importanza guadagnata dai diplomi del Secondario II come requisiti d’accesso ad un mercato del lavoro che sempre più richiede manodopera qualificata. Abbandonare la formazione dopo la scuola media significa, quindi, precludersi l’accesso a professioni adeguatamente remunerate e socialmente valorizzate. Anche per questo, nel 2006, la Confederazione, i Cantoni e le organizzazioni di categoria svizzere hanno redatto in comune le “linee direttrici per l’ottimizzazione della transizione I” 1. Scopo dichiarato di tale concertamento, quello di dare a tutti i giovani la possibilità di seguire, nel Secondario II, un percorso di formazione adatto alle loro capacità e, di conseguenza, portare entro il 2015, al 95% la percentuale di minori di 25 anni in possesso di un diploma di questo livello.

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