Estetiche della mobilità sostenibile: pratiche, movimenti, controegemonie, poetiche.

Mustacchi, Claudio (2014) Estetiche della mobilità sostenibile: pratiche, movimenti, controegemonie, poetiche. In: Ethnography and qualitative research conference 5th Edition, June 5-7, 2014, Bergamo.

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Abstract

Le risorse che la terra può mettere a nostra disposizione non sembrano più essere sufficienti per garantire i modelli di vita attuali. Le proiezioni delle nostre condotte abituali su futuri non troppo lontani disegnano scenari catastrofici. La sostenibilità – con lo spirito olistico che vi soggiace, alimentato dalla consapevolezza delle ricadute delle nostre azioni sulla qualità del presente e del futuro – richiede nuove e più ardite immaginazioni, capaci di assumere il limite non come ostacolo ma come ricchezza comune, capaci di innalzarsi da questo orizzonte verso nuove possibilità. Nuove competenze immaginifiche, nuove abitudini, che non si creano in solitudine. Perché comportamenti considerati di nicchia vengano assunti da numeri sempre più importanti di popolazione e si stabilizzino, sono necessarie – parallelamente a nuovi modi e regole di produzione e uso delle risorse – nuove culture. È necessario che si affermino e diffondano “significanti culturali” per aggregare, attorno a esigenze e bisogni emergenti, quantità sempre più qualificate di persone e così influenzare e accelerare, nell’auspicata direzione, i cambiamenti produttivi, che a loro volta rafforzano i significati e i valori delle culture (nel nostro caso le culture della sostenibilità) inizialmente minoritarie. Le pratiche della sostenibilità, per diffondersi, devono dunque diventare anche pratiche culturali, in modo che si generi intorno ad esse un sempre più vasto patrimonio di simboli, riferimenti, comportamenti, organizzazioni, stili, forme, ecc.; in sintesi, un ampio e riconoscibile capitale culturale a disposizione degli attori sociali. In una società costituita da pratiche predominanti energicamente e socialmente insostenibili, in cui il consumo esponenziale di energia degrada le relazioni sociali con la stessa ineluttabilità con cui distrugge l’ambiente fisico (Illich 2006, Viale 2007), esistono “azioni di straforo” (De Certeau 1990) che prefigurano nuove narrazioni, saperi antichi che alimentano nuove mètis sociali, che possono essere studiate, messe in contatto e sostenute. Sulla base di queste considerazioni, abbiamo esplorato un particolare campo di studio composto da fenomeni culturali controegemonici, minoritari e di nicchia, legati ai più generali processi di trasformazione della mobilità. In sintonia con i propositi del manifesto di Losanna per un’antropologia non egemonica, che invita a sviluppare nuovi modi di osservazione e nuovi oggetti d’analisi (Saillant, Kilani, Graezer Bideau 2011), la ricerca si è rivolta ai luoghi e ai non luoghi antropologici della mobilità, per sviluppare un sapere critico, situato e condiviso. Al centro dello studio abbiamo posto gli intrecci fra pratiche della mobilità sostenibile e pratiche conviviali e artistiche: dove il dispositivo artistico-estetico assume il compito di alzare la soglia di attenzione, diventa sistema di analisi, di comunicazione, catalizzatore di energie, attivatore di prove di cittadinanza attiva (Scardi 2010, Mustacchi 2002). Un impianto di studio interdisciplinare ma anche controdisciplinare perché ha dovuto mettere in discussione i sistemi strutturali e culturali contenuti negli sguardi delle discipline. La ricerca è stata promossa dal Dipartimento di Scienze Aziendali e Sociali della Scuola Universitaria Professionale della Svizzera Italiana, ha preso avvio nell’aprile 2012 ed è stata realizzata da un team di ricercatori provenienti, oltre che dal DSAS, dal Dipartimento sanità, dal Dipartimento formazione e apprendimento, dal Dipartimento ambiente costruzioni e design, dal Conservatorio della Svizzera italiana e dalla Scuola Teatro Dimitri. Il punto di partenza del progetto è la tesi che i pensieri, le emozioni e le preoccupazioni per un futuro sostenibile generano pratiche in cui sensibilità artistico-estetica e desideri di convivialità fanno da catalizzatori e aggregatori per nuovi stili di mobilità e azioni di sensibilizzazione, generano significanti, movimenti, culture. I dati della ricerca si fondano sullo studio di un repertorio di fonti documentali provenienti da più di 500 pratiche che intrecciano cultura artistica, movimento sociale e cultura della mobilità sostenibile, su interviste a testimoni privilegiati, su osservazioni partecipanti a pratiche culturali di mobilità sostenibile e di mobilità dolce, su sperimentazioni di progetti pilota. Le pratiche artistiche e sociali assumono valore culturale; parallelamente alle trasformazioni della mobilità, informano, orientano, si contrappongono, creano consapevolezza e mostrano le opportunità offerte dai nuovi stili di esistenza, invitando a cogliere, in quello che appare come un limite, occasioni per una migliore qualità della vita e per un allargamento creativo delle possibilità e delle relazioni sociali. Nella ricerca si manifesta una riconoscibile realtà sociale definita da altri “Pay-as-you-live” (Future Fondation 2013; Rosenberg 2012, 2013), che intreccia tecnologia, spirito verde, desiderio di comunità, risposta positiva alla recessione, dove le pratiche evidenziate nello studio assumo la caratteristica di distinzione sociale e di reazione al degrado ambientale. Il valore culturale delle pratiche indagate può essere colto e approfondito facendo appello al concetto di habitus proposto da Bourdieu (2005, 2009), al concetto di ethos e al suo legame con il rito sviluppato negli studi antropologici di Clifford Geertz (1998), a cui riteniamo utile affiancare le riflessioni di Victor Turner (2008, 2009) sulle arti performative, per comprendere come la pratica estetica contemporanea possa assumere una funzione rituale e dare visibilità sociale ad aspetti etici e preoccupazioni collettive. Lo studio prosegue con sperimentazioni di pratiche artistiche e convivali, nei luoghi e nei non luoghi della mobilità, collegate con la creazione di un blog interattivo (www.supsi.spass.ch) per la divulgazione delle pratiche incontrate. Le informazioni raccolte saranno condivise con amministratori e operatori con l’obiettivo di promuovere network, sostenere l’agency e la creatività culturale degli attori sociali della mobilità sostenibile.

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