Sbaragli, Silvia (2002) Nel mondo quotidiano dei poliedri. La Vita Scolastica, 15. pp. 44-48.
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Abstract
Nella prassi didattica è assai diffuso trattare lo studio della Geometria partendo dalle figure in due dimensioni per poi passare successivamente alle figure in tre dimensioni. È sicuramente vero che la geometria dello spazio presenta, da un punto di vista adulto, maggiori difficoltà di sistemazione razionale rispetto alla geometria del piano, ma l’idea di figura piana è certamente più sofisticata, da un punto di vista concettuale, di quella di figura solida; in effetti è bene tener presente che l’esperienza concreta del bambino avviene nello spazio tridimensionale, tutto ciò che lo circonda è in re dimensioni: i suoi giochi, l’arredamento della sua aula, la penna che tiene in mano; per questa ragione acquista un forte significato di dattico coinvolgere i bambini in attività che partano da figure solide per poi considerare figure piane. Nel presentare questa esperienza non si sottovaluta il fatto che ogni figura geometrica, sia piana che solida, è sempre frutto di un’astrazione per quanto concerne la matematica: nessuna figura geometrica esiste nella realtà!, ma si tiene presente che concettualmente risulta più intuitivo trattare le figure solide, piuttosto che le piane, ed è su questo che si basa la nostra proposta.
Item Type: | Scientific journal article, Newspaper article or Magazine article |
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Additional Information: | Laboratori nel fascicolo di Area matematica. |
Subjects: | Mathematical sciences Mathematical sciences > Mathematics Education Education > Training teachers Education > Training teachers > Training teachers - primary |
Depositing User: | Silvia Sbaragli |
Date Deposited: | 13 Jan 2014 08:32 |
Last Modified: | 20 May 2016 08:26 |
URI: | http://repository.supsi.ch/id/eprint/3371 |
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