Una luce nell'ombra. Il ricorso alle lezioni private nel Canton Ticino

Zanolla, Giovanna (2012) Una luce nell'ombra. Il ricorso alle lezioni private nel Canton Ticino. In: Congresso SSRE 2012, 2-4 luglio 2012, Berna. (Submitted)

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Abstract

Nella letteratura sociologica il tema delle diseguaglianze educative è stato ampiamente affrontato da molti punti di vista, ad esempio ponendo l’accento sulle caratteristiche familiari - e in particolare sul ruolo del capitale economico, culturale e sociale della famiglia d’origine sui destini educativi degli individui (Bourdieu & Passeron, 1964) - oppure sulla scuola, che con i suoi streaming e le sue pratiche di routine è vista come un organo riproduttore delle diseguaglianze di partenza (Mehan, 1992), o ancora evidenziando l’influenza della struttura del mercato del lavoro locale sulle scelte scolastiche intese come scelte razionali (Breen & Goldthorpe, 1997). Un tema strettamente connesso a quello delle diseguaglianze educative ma più misterioso è quello delle lezioni private. Da un lato la cosiddetta “istruzione ombra” è un fenomeno non ufficiale e per definizione refrattario a un’eccessiva visibilità, dall’altro lato ci sono studi riferiti a paesi asiatici da cui risultano percentuali di studenti che ricorrono alle lezioni private superiori al 70%. Sebbene in Europa il fenomeno non raggiunga le dimensioni di realtà come il Giappone, la Corea del Sud, Taiwan, Singapore e Hong Kong, dove la cultura enfatizza l’impegno e la competizione individuale, pare sia comunque ragguardevole. In Austria, ad esempio, oltre il 20% delle famiglie con figli in età scolare ricorre alle lezioni private spendendo in media quasi 800 euro all’anno (AK-Wien, 2010), in Germania a circa un quarto dei giovani sotto i 17 anni sono state impartite lezioni private (Schneider, 2005) e in Lussemburgo gli interessati sono la metà dei giovani frequentanti la scuola secondaria (Mischo & Haag, 2002). Benché non ci sia un accordo unanime sugli effetti positivi delle lezioni private sul rendimento scolastico nell’immediato e sulle transizioni ai cicli di studio successivi, uno dei rischi più paventati connessi a un diffuso ricorso alle lezioni private è quello che esse accrescano le diseguaglianze, visto che non tutte le famiglie possono accollarsene l’onere, e si mini dunque il principio di equità. Questo lavoro si pone innanzitutto un obiettivo esplorativo: posto che anche in Svizzera e in particolare anche nel Canton Ticino, l’area di analisi, persistono significative diseguaglianze nelle opportunità educative fondate sull’origine sociale (Shavit & Blossfeld, 1993; Chevalier et al., 2005; Cattaneo, 2010), si definisce l’entità del fenomeno dell’”istruzione ombra” e si delinea la tipologia degli studenti di quarta media che vi fanno ricorso per sesso, provenienza sociale, rendimento scolastico e qualità del rapporto con i docenti. Si sottopongono quindi a verifica le seguenti ipotesi: - il ricorso alle lezioni private non è una peculiarità di coloro che non hanno le risorse intellettuali per aiutare i loro figli ma al contrario è tipico dei ceti medio-elevati e più istruiti che, oltre che cercare di limitare il rischio di mobilità sociale discendente dei loro figli, fanno il possibile affinché essi conseguano buoni risultati scolastici e accedano ai cicli di studio più elevati. Si presume che la decisione di un individuo e della sua famiglia di investire in lezioni private sia una scelta razionale condizionata dalle tipicità della scuola e dell’interazione in classe nonché da vincoli istituzionali, economici e culturali oltre che dalle preferenze dei singoli attori, dalle loro attitudini e dai valori del loro gruppo di riferimento. In quest’ottica il ricorso alle lezioni private rientra nella più ampia strategia genitoriale di enfatizzare l’istruzione, reputare importante che i figli crescano in un ambiente stimolante dal punto di vista cognitivo e monitorare le loro attività; - a parità di caratteristiche familiari e individuali, a incidere sulla scelta di far ricorso alle lezioni private è la peggiore qualità del rapporto con gli insegnanti e la percezione del grado di ascolto dedicato da questi ultimi. In linea con chi sostiene che il fenomeno delle lezioni private sia più diffuso laddove il sistema scolastico è centrato sull’insegnante piuttosto che sull’allievo (Bray, 2003), si presume insomma che l’esistenza di qualche deficit reale o percepito nella relazione con i docenti porti a un aumento della domanda di lezioni private. Dall’analisi dei dati PISA 2009 su oltre 1100 studenti iscritti al quarto anno di una scuola media ticinese risulta che ha fatto ricorso alle lezioni private almeno a titolo occasionale circa uno studente su tre (in misura maggiore le femmine rispetto ai maschi) e principalmente per materie come la matematica e le lingue straniere. Si tratta di individui di estrazione sociale mediamente superiore rispetto a chi non ha mai preso lezioni private, i cui genitori hanno tipicamente un titolo di studio superiore al diploma, cui dunque non mancano le risorse culturali per aiutare il figlio, ma cui probabilmente viene a mancare il tempo (tra chi ha preso ripetizioni c’è, rispetto a chi non le ha mai prese, una minore percentuale di figli di mamme casalinghe o pensionate). Nella maggior parte dei casi la decisione del ricorso alle lezioni private, impartite per lo più da altri studenti o conoscenti, proviene dai genitori spesso con l’obiettivo principale di un miglioramento delle prestazioni scolastiche. Per quanto riguarda il rapporto con gli insegnanti coloro che sono ricorsi alle lezioni private si differenziano dagli altri perché con una maggiore frequenza dichiarano di non andare d’accordo con gli insegnanti e di ritenersi poco ascoltati da questi ultimi.

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