Fabio, Lepori and Camilla, Capelli and Federica, Mauri (2022) Ricerche sull’evoluzione del Lago di Lugano. Aspetti limnologici. Programma triennale 2019-2021. Campagna 2021 e Rapporto triennale. Project Report UNSPECIFIED
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Vengono presentati i risultati raccolti nel 2021 nell’ambito delle ricerche limnologiche sul Lago di Lugano e una sintesi pluriennale. Le ricerche sono state realizzate dal DACD-SUPSI su mandato dell’Amministrazione pubblica del Cantone Ticino. Il 2021 è stato un anno avaro di precipitazioni e più caldo della norma, seppur non anomalo come il biennio precedente. La qualità chimica dei corsi d’acqua monitorati è variata tra elevata (Magliasina) e cattiva (Livone, Bolletta, Laveggio). L’inquinamento più diffuso è stato l’arricchimento in macronutrienti (eutrofizzazione), seguito dall’inquinamento dovuto ai composti nocivi dell’azoto. I carichi esterni di fosforo (bacino nord: 11.9 t, bacino sud: 20.1 t) sono stati tra i più bassi dall’inizio delle misure e conformi agli obiettivi di risanamento. Le circolazioni invernali si sono svolte secondo modalità consuete in entrambi i bacini. Nel bacino nord, il mescolamento ha raggiunto i 58 m di profondità, nel bacino sud ha raggiunto il fondo. Nonostante il buon mescolamento, il rifornimento epilimnetico di fosforo è stato ridotto. L’ossigenazione delle acque profonde è apparsa nuovamente critica. In entrambi i bacini, a profondità inferiori a 50 m, hanno prevalso condizioni di ipossia o anossia. La composizione tassonomica del fitoplancton, in linea con quella di anni recenti, è stata dominata da cianobatteri filamentosi (principalmente Planktothrix rubescens), seguiti da diatomee coloniali (Fragilaria e Aulacoseira). Sono state nuovamente scarse le piccole diatomee centriche e le alghe verdi. Nel bacino sud, a fine estate, sono state osservate delle fioriture superficiali formate dal genere Microcystis, concentrate nell’area litorale. La biomassa fitoplanctonica, rappresentata dalla concentrazione di clorofilla a nello strato produttivo (0-20 m), è diminuita, scendendo leggermente sotto la media dell’ultimo decennio. Ciononostante, la produzione primaria è risultata elevata. Lo zooplancton a crostacei ha mostrato valori di biomassa vicini ai minimi delle serie storiche. Hanno dominato i copepodi, che hanno contribuito almeno i due terzi della biomassa media annuale in entrambe le stazioni. La modesta biomassa e l’elevata abbondanza relativa dei copepodi calanoidi (competitivi a basse concentrazioni di nutrienti) sono coerenti con la ridotta disponibilità di fosforo. La sintesi pluriannuale illustra un’evoluzione a doppia velocità. Se da un lato i carichi di fosforo sono stati ridotti con successo, dall’altro i principali descrittori dello stato trofico ed ecologico del lago (produzione primaria, ossigenazione delle acque profonde) indicano ancora un’elevata produttività (eutrofia). Per ridurre significativamente la produttività del lago sarebbe necessario scendere al di sotto di valori soglia situati attorno a 20 mg P m-3 in termini di concentrazione e 0.54 g P m-2 in termini di carico areale. Le indagini sulla presenza di determinanti di resistenza agli antibiotici nel Lago di Lugano si sono concentrate su quattro geni che conferiscono resistenza alle principali classi di antibiotici utilizzati in ambito clinico e veterinario e sul gene intI, coinvolto nella trasmissione delle resistenze in ambiente acquatico. Il gene maggiormente diffuso è il gene intI, gli altri sono presenti in minor quantità. I batteri isolati dai campioni sono di origine ambientale (Aeromonas e Acinetobacter) e non presentano geni di resistenza, ma presentano il gene intI. I risultati indicano che il Lago di Lugano costituisce un serbatoio di geni di resistenza. I batteri ambientali presenti potrebbero favorire la trasmissione di tali geni.
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