Giovannina Mattei-Alberti (1873-1963)

Vanini, Alina (2016) Giovannina Mattei-Alberti (1873-1963). Documentation (Unpublished)

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Abstract

Giovannina “Juanita” Alberti nacque a Montevideo il 14 ottobre 1873, da Giuliano Alberti, pittore-decoratore emigrato dal Malcantone con la famiglia, e Teofila Ferretti, maestra. Era la maggiore di otto fratelli, tra cui Maria Boschetti Alberti e don Francesco Alberti. Tornata in Ticino con la famiglia attorno al 1884, Giovannina Alberti proseguì la sua istruzione e ottenne la patente di maestra di scuola elementare e di scuola maggiore nel 1889, a 16 anni. Insegnò alle scuole elementari di Bedigliora e conobbe Raffaele Mattei (1873-1958), con il quale si trasferì a Osogna, si sposò, e crebbe sei figli, di cui uno adottivo. La famiglia era legata al partito conservatore e alla fede: Raffaele Mattei, sindaco di Osogna dal 1928 per oltre 20 anni, fu molto attivo in ambito politico e religioso. Nel 1916 Giovannina Mattei-Alberti iniziò a insegnare alla scuola primaria di grado superiore di Osogna, poi scuola maggiore, adattando i principi del metodo Montessori agli allievi dagli 11 ai 14 anni già a partire dal 1919, cinque anni in anticipo rispetto alla sorella Maria Boschetti Alberti – nota soprattutto per aver applicato il metodo Montessori alla scuola maggiore personalizzandolo nella sua Scuola serena – e prima ancora che fosse pubblicato Il diario di Muzzano, registrazione dell’esperienza della sorella alla scuola primaria.La rivista educativa L’Ecole Bernoise scrive nel 1924 dei “prodigi” realizzatisi nella classe dalla Mattei, mentre la Boschetti ancora insegnava alla scuola primaria. Sembra che le sorelle fossero legate e in contatto e che la Mattei-Alberti si ispirò a una visita alla scuola di Muzzano, oltre che alla lettura di Autoeducazione nelle scuole elementari della Montessori. La Mattei-Alberti fu una pioniera dell’adattamento del metodo Montessori agli allievi dagli 11 ai 14 anni: le uniche esperienze di scuola attiva nella scuola maggiore pubblica in quegli anni sono state infatti la sua e quella della sorella, Maria Boschetti Alberti. L’insegnamento delle sorelle Alberti, in linea con il movimento delle scuole nuove che si stava propagando a livello internazionale, era caratterizzato dalla libertà del bambino nello studio, pur all’interno di una disciplina rigida, da una spiritualità seppur non confessionale, dal culto della bellezza, e dall’inserimento delle attività nel vissuto quotidiano degli allievi. La Mattei-Alberti si concentrò in particolare sulle attività di scrittura descrittiva e spontanea, e sulla lettura dei classici e fu conosciuta soprattutto per le composizioni libere scritte dai suoi allievi, alcune delle quali vennero pubblicate su L’Adula, e altre tradotte in francese e pubblicate sull’Annuario della pubblica istruzione. Anche l’insegnamento della matematica era fortemente inserito nel vissuto rurale dei ragazzi di Osogna; erano loro stessi a proporre i problemi che corrispondevano a reali curiosità e necessità. Teresa Bontempi, che insieme alle sorelle Bonzanigo era legata da grande amicizia alle sorelle Alberti, accompagnò molti visitatori nella classe di Osogna, che venne considerata al pari delle scuole nuove che si sviluppavano in quegli anni in Svizzera e nel mondo. Giovannina Mattei-Alberti abbandonò l’insegnamento a scuola nel 1925 a 52 anni, ma non smise di trasmettere la sua passione per i libri e per la musica, né di insegnare italiano e francese al suo domicilio. Inoltre nel 1922 diventò insegnante di esperanto a Biasca, dove fondò il “gruppo Esperantista”. La Mattei-Alberti scrisse molto su L’Adula, soprattutto tra il 1921 e il 1923, con pseudonimi come “La Roccia” o “Vecchio Gufo”. I suoi articoli trattavano di scuola e di libertà di pensiero e di azione, in relazione soprattutto ai diritti delle donne e dei maestri. Scrisse inoltre su Illustrazione ticinese e pubblicò su Popolo e Libertà “Le novelle del lunedì” e le sue corrispondenze da Osogna. Oltre ad occuparsi della scrittura spontanea dei bambini, scrisse molto lei stessa: vinse un concorso letterario con il suo scritto Ponti d’oro e tra i suoi inediti restano racconti, canti e romanzi, un manoscritto dei quali, La fine del mondo, era stato inviato al poeta Francesco Chiesa. Dai suoi scritti emergono la cultura e la società ticinese e montevideana, con riferimento in particolare al mondo intellettuale e artistico. Lettrice di autori sudamericani e riviste nel campo dell’educazione, ascoltava musica classica e la radio francese. Suonava la chitarra e il pianoforte, amava mangiare e bere, e fumava molto. Convinta antifascista come il fratello don Francesco Alberti, durante la seconda guerra mondiale organizzava incontri a casa sua per ascoltare la radio e indicare le aree raggiunte dagli alleati sulla carta dell’Europa. Donna riservata e semplice, si occupava dei malati di Osogna, ma la sua apertura e i suoi interessi la differenziavano in modo evidente dalla gente del paese. La Mattei-Alberti soffriva spesso di mal di testa, come la sorella Boschetti, e di bronchite asmatica, che le causava frequenti ricoveri in ospedale. Costretta a smettere di fumare, cominciò a tirare tabacco. La sua vista si indebolì progressivamente, finché nel 1958, alla morte del marito, era ormai quasi completamente cieca. Giovannina Mattei-Alberti morì a 90 anni il 20 settembre 1963, ancora lucidissima e dopo aver ascoltato alla radio il notiziario e la Gazzetta Rai. Chiese alla famiglia di non portare lutto a seguito della sua morte. http://www.archividonneticino.ch/giovannina-mattei-alberti/ La versione integrale di questa biografia è disponibile su richiesta presso la sede AARDT.

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