Il riconoscimento delle emozioni nei volti in persone con demenza.

Malnati, Marco and Vaccaro, Roberta and Pezzati, Rita and Marcionetti, Jenny and Vitali, Silvia and Colombo, Mauro and Guaita, Antonio (2009) Il riconoscimento delle emozioni nei volti in persone con demenza. Giornale di Gerontologia, 57. pp. 161-167.

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Abstract

Ospedale Beata Vergine di Mendrisio (CH) Scopo: L’obiettivo di questo studio è mettere in evidenza la comprensione delle emozioni nei malati di Alzheimer. L’abilità nell’interpretare le emozioni degli altri ha un ruolo importante nella qualità delle relazioni sociali, sia nei normali che nei dementi, e l’emozione espressa dal volto, nella specie umana, è un buon veicolo di informazioni sia attive che passive del proprio e altrui stato d’animo, predisponendo ad una azione conseguente al contesto sociale e situazionale (1). Nella demenza di Alzheimer la capacità comunicativa verbale viene prima o poi compromessa, e nella possibilità di comunicare acquistano sempre più importanza veicoli non verbali come le espressioni corporee e quelle del volto in particolare. Infatti i circuiti cerebrali che sottendono al riconoscimento di un volto sono diversi da quelli che consentono di comprenderne l’espressione emotiva, legati all’amigdala, alla zona prefrontale e al giro cingolato più compromessi nella demenza frontotemporale e in quella vascolare che nella demenza di Alzheimer. Le emozioni del volto potrebbero quindi essere un veicolo informativo anche in casi di fase moderato severa e grave della malattia, quando sia la comprensione verbale che il riconoscimento di identità risultano essere non più funzionanti. Materiali e metodi: Abbiamo valutato la capacità di comprendere le espressioni emotive dei volti in 79 persone con diagnosi di demenza di Alzheimer probabile e possibile, degenti presso i reparti dei nostri due servizi residenziali. Per questo abbiamo selezionato , dopo un pre test su 160 foto, 14 fotografie, esprimenti 7 emozioni con volto maschile e femminile, rappresentanti le emozioni di base: gioia ,tristezza, paura, disgusto, noia, rabbia, sorpresa. A ogni persona veniva chiesto di osservare il volto e la risposta classificata come: capacità di nominare e riconoscere, capacità di riconoscere pur senza denominare, riconoscimento con aiuto, riconoscimento della valenza positiva o negativa della emozione . Le valutazioni sono state sempre verificate previa visione del filmato. Il metodo ha mostrato una ottima inter rate reliability media (“K”: 0,736 ) . Oltre ai dati demografici sono stati considerati la comorbilità (Cumulative Illness Rating Scale “CIRS”), i disturbi psicocomportamentali (Neuro Psychiatric Inventory “NPI” ), l’autonomia ( Indice di Barthel “BI”) , la performance nel controllo dell’equilibrio e del cammino (scala di Tinetti “Gait e Balance” ), il livello di consapevolezza di malattia ( Clinical Insight Rating “CIR”)(2), la sfera cognitiva ( Mini Mental State Examination “MMSE” e Clinical Dementia Rating “CDR”). Risultati: i soggetti, 62 % donne, hanno una età media di 80,69 (ds  8,4); scolarità di 5,97 anni. Inoltre: MMSE medio:13.96 (ds + 5.33); CDR 2.14 (ds + 0.95); indice di Barthel 35,9 (ds+ 24,06); CIR ha un valore di 4,06 (8 = punteggio peggiore possibile). Il 53 % delle persone riconosce fino a 5 espressioni emozionali su 14 , con riconoscimento massimo pari a 11 raggiunto da 2 soli soggetti; l’emozione più riconosciuta è la gioia. Analizzando il rapporto di regressione del MMSE con la capacità di riconoscere le emozioni si definisce una “beta” di 0,75 a partire dal punteggio 9 di MMSE ( cioè ogni punto del MMSE produce 0,75 riconoscimenti in più; p<0.0001). Il numero di riconoscimenti medi di 8,4 ottenuto nei controlli “sani” individua il 25° percentile migliore dei soggetti con demenza, mentre a CDR 1 sono il 40 %, CDR 2 il 19%, CDR 3 17,9 %, CDR 4 lo 0 %. Correlati risultano lo NPI la “Tinetti Gait”, ma non la CIRS nè il BI, mentre CIR è ai limiti della significatività. Conclusione: i dati confermano come le emozioni espresse dal volto umano sono riconosciute anche in fasi moderate severe e gravi della demenza da una buona percentuale di soggetti. Le emozioni positive sono meglio riconosciute di quelle negative, confermando i dati della letteratura.(3). I parametri cognitivi e comportamentali influenzano la capacità di riconoscere le emozioni espresse dal volto, ma anche nelle fasi più gravi può persistere la capacità di riconoscere la valenza positiva o negativa della espressione del volto. Questo ha una grande importanza per i care giver e per lo staff di cura di questi malati.

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