La percezione dei bisogni in terapia occupazionale: testimonianze comparate di assistiti e terapisti occupazionali

Beluffi, Riccardo and Pozzi, Christian and Morandi, Alessandro (2022) La percezione dei bisogni in terapia occupazionale: testimonianze comparate di assistiti e terapisti occupazionali. In: XXII Congresso nazionale dell'Associazione Italiana di Psicogeriatria Italiana Psicogeriatria, Firenze, Italia. (Unpublished)

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Abstract

Introduzione: come molti autori sostengono, la terapia occupazionale è fondata su un approccio client centered: il terapista non può non tener conto che si rapporta con individui che hanno, per esperienza diretta, una percezione e un ordine di priorità dei propri bisogni (Kielhofner, 2002; Polatajko et al. 2015). La persona è, infatti, l’esperto dei bisogni di se stesso. La conseguenza è che, nella loro gestione, si possano avere due esperti che guardano ad una medesima questione partendo da punti di vista diversi. Obiettivo: lo studio si pone l’obiettivo di comprendere quali siano i bisogni percepiti come prioritari dal paziente e se vi sia coerenza tra i bisogni percepiti dalla persona e i bisogni individuati dal terapista occupazionale e, ancora, se vi sia coerenza nella messa in pratica, ovvero efficacia e pertinenza nella rielaborazione delle informazioni ricavate e nella successiva definizione degli obiettivi da raggiungere. Materiali e Metodi: è stato effettuato uno studio qualitativo di tipo fenomenologico, che ha coinvolto 23 pazienti e 5 terapisti occupazionali arruolati con campionamento propositivo secondo criterio all’interno di 2 strutture private accreditate di Regione Lombardia: casa di cura “Domus Salutis” e casa di cura “Ancelle della Carità”. Sono state effettuate e trascritte 46 interviste semi-strutturate; per l’analisi dei dati è stato utilizzato il metodo fenomenologico di Giorgi. Risultati: l’analisi delle interviste ha portato ad aggregare i dati secondo la tipologia del bisogno rilevato/espresso da parte degli assistiti e percepito dai terapisti occupazionali e definita una classificazione delle priorità. Sono cinque le categorie di bisogni emerse per i pazienti: autonomia, relazioni sociali, recupero del ruolo, desiderio, sicurezza, e altrettante per i terapisti: autonomia, recupero del ruolo, stati d’animo, sicurezza e relazioni sociali. Il bisogno segnalato con maggior frequenza dagli assistiti è stato quello di autonomia nelle attività di cura di sé (igiene, vestizione e alimentazione) e dei movimenti: le limitazioni fisico-motorie sono la principale causa di alterazione della facoltà dell’individuo di autogestirsi. Anche per i terapisti occupazionali il bisogno rilevato più frequentemente è l’autonomia, comprendente tre diverse situazioni: la necessità di recuperare la capacità di svolgere attività di base della vita quotidiana (lavarsi, vestirsi, mangiare, coricarsi e alzarsi dal letto), gestire in modo indipendente attività più complesse della vita quotidiana (muoversi in casa, svolgere attività domestiche, rimanere in casa da solo) e compiere attività fuori casa (camminare, fare le scale, fare una passeggiata, guidare). Conclusioni: lo studio ha fatto emergere come vi siano bisogni riconosciuti sia dai terapisti che dai pazienti in termini di rilevanza (relazioni sociali e autonomia) e l’esistenza di categorie emerse solamente dalle interviste dei terapisti quali gli stati d’animo, ed una categoria nominata unicamente dagli assistiti, il desiderio. La parziale mancanza di corrispondenza tra i bisogni espressi dagli assistiti e quelli rilevati dai terapisti occupazionali conferma la teoria che soltanto un approccio che integri le aspettative e i valori del paziente e l’esperienza clinica del professionista permetta una visione globale, consapevoli che gli attori delle scelte clinico-riabilitative sono sempre due. Parole chiave: client-centred practice, occupational therapy, occupations models e needs

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