Il nuovo accordo sulla fiscalità dei lavoratori frontalieri tra Svizzera ed Italia

Vorpe, Samuele (2021) Il nuovo accordo sulla fiscalità dei lavoratori frontalieri tra Svizzera ed Italia. Rivista ticinese di diritto, 2021 (2). pp. 569-608. ISSN 1661-0954

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Abstract

Il 23 dicembre 2020 i rappresentanti dei governi di Svizzera ed Italia hanno sottoscritto un nuovo accordo sull’imposizione dei lavoratori frontalieri (di seguito Accordo 2020) e un protocollo che modifica la Convenzione per evitare le doppie imposizioni tra i due Paesi (CDI CH-I; RS 0.672.945.41). Questo accordo andrà a sostituire quello attualmente vigente del 3 ottobre 1974 (di seguito Accordo 1974; RS 0.642.045.43). La revisione dell’Accordo 1974 è da ricercare nelle circostanze esterne che sono significativamente mutate da allora. Da un lato, il quadro giuridico è completamente cambiato con l’entrata in vigore dell’Accordo sulla libera circolazione delle persone il 1° giugno 2002 tra Svizzera ed Unione europea (ALC; RS 0.142.112.681), le cui norme transitorie sono decadute il 1° giugno 2007. D’altro lato, anche l’importanza in termini assoluti di lavoratori frontalieri occupati, soprattutto nel Canton Ticino, è mutata: il numero dei frontalieri è più che raddoppiato nel solo periodo dal 2003 al 2020, passando da circa 33 000 a oltre 70 000 unità. Questo significativo aumento è da attribuire ad un più alto livello salariale in Svizzera combinato con una minore pressione fiscale, rendendo vantaggioso lavorare in Svizzera e vivere in Italia. Questa situazione genera degli effetti negativi sul mercato del lavoro nella regione di confine tra Svizzera e Italia, in particolare una riduzione del livello salariale nel Canton Ticino, che statisticamente è sempre stato significativamente inferiore alla media svizzera. Inoltre, l’Italia, diversamente dal 1974, ha abrogato soltanto dal 1° gennaio 2001 l’esenzione sui redditi di lavoro dipendente prestato all’estero in via continuativa ed esclusiva dalle persone fisiche fiscalmente residenti nel territorio dello Stato italiano (art. 3 comma 3 lett. c del Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR; D.P.R. n. 917/1986). Sul fronte svizzero gli interventi politici aventi la finalità di giungere ad una rinegoziazione o addirittura ad una disdetta dell’Accordo 1974 sono stati innumerevoli. In particolare, il Cantone Ticino ha rivendicato alle autorità politiche federali la rinegoziazione dell’Accordo 1974 per raggiungere tre obiettivi: (i) aumentare le entrate fiscali risultanti da una nuova soluzione, (ii) introdurre il principio di reciprocità e (iii) incrementare l’onere fiscale dei lavoratori frontalieri rispetto a quello attuale attraverso una piena imposizione del reddito in Italia. Le rivendicazioni del Canton Ticino hanno avuto un seguito attraverso un memorandum d’intesa, meglio noto come «Roadmap», firmato dai governi dei due Paesi il 23 febbraio 2015, mediante il quale essi si sono impegnati politicamente a giungere ad un nuovo accordo sulla fiscalità dei frontalieri. La tanto attesa firma sull’Accordo 2020 è poi giunta dopo ben cinque anni di attesa, conditi da relazioni fiscali non sempre ottimali tra i due Paesi.

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