Foglio 1373 Mendrisio (parte Est) con parte Ovest del foglio Como. – Atlante geologico della Svizzera 1: 25 000, Note esplicative

Bernoulli, Daniel and Ambrosi, Christian and Scapozza, Cristian and Stockar, Rudolf and Schenker, Filippo and Gaggero, Laura and Antognini, Marco and Bronzini, Simona (2018) Foglio 1373 Mendrisio (parte Est) con parte Ovest del foglio Como. – Atlante geologico della Svizzera 1: 25 000, Note esplicative. In: Dall'Agnolo, Stephan, (ed.) Ufficio federale di topografia, CH- 3084 Wabern, Wabern. ISBN 978-3-302-40077-8

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Abstract

L’area del foglio Mendrisio-Como abbraccia una porzione limitata, tuttavia significativa, delle Alpi Meridionali, una catena sud-vergente a pieghe e sovrascorrimenti che, a sua volta, costituisce la retrocatena dell’orogene collisionale alpino. Le Alpi Meridionali permettono l’osservazione di uno dei margini continentali passivi meglio preservati in una catena montuosa. Durante il Mesozoico, esso rappresentava il margine meridionale della Tetide Alpina, la cui subduzione portò infine alla collisione tra Europa e Adria. Le successioni di rocce delle Alpi Meridionali riflettono l’evoluzione di questo settore di crosta continentale, dalla sua strutturazione durante le orogenesi pre-varisiche e varisica fino a culminare nell’orogenesi alpina, attraverso la transtensione post-varisica del Primo Permiano, la subsidenza triassica, il rifting del Tardo Triassico – Primo Giurassico e la successiva subsidenza termica. Il basamento varisico appare solo in modesti affioramenti, osservabili nella parte occidentale dell’area del foglio Mendrisio-Como. Comprende una sequenza di metasedimenti in facies anfibolitica inferiore (peliti, areniti e conglomerati), forse attribuibile a una successione flyschoide del Primo Carbonifero. Il basamento varisico è ricoperto in discordanza da una successione di vulcaniti del Primo Permiano, culminante con l’intrusione di un’estesa massa di granofiro, forse sottostante a un’originaria caldera di collasso. Gli edifici vulcanici furono erosi nel Tardo Permiano e solo con il Primo Triassico e la prima parte del Triassico Medio l’ingressione di un mare basso segnò l’inizio di un nuovo ciclo sedimentario (Servino e Formazione di Bellano). La subsidenza medio-triassica condusse alla formazione di corpi carbonatici massicci (Dolomia del San Salvatore), separati da bacini intrapiattaforma di profondità maggiore, con circolazione ristretta e fondali soggetti a condizioni da anossiche a disossiche. Le sovrastanti marne dolomitiche ed evaporiti (Marna del Pizzella) possono esprimere un abbassamento del livello marino e condizioni aride nel corso della prima parte del Tardo Triassico, cui fece seguito la crescita di un’estesa piattaforma carbonatica (Dolomia Principale). Tra il Triassico terminale e il Primo Giurassico, il rifting che, nel Giurassico Medio, culminò nell’apertura della Tetide Alpina, determinò inizialmente la segmentazione del margine sudalpino in una successione di bacini. Nell’area del foglio Mendrisio-Como, il Bacino del Generoso era separato verso ovest dalla Soglia di Lugano per mezzo della Linea di Lugano, una faglia estensionale con un rigetto di alcuni chilometri. Sulla Soglia di Lugano, si depositò una sequenza di spessore ridotto, comprendente sedimenti retici di mare basso, calcari litoermali poi calcari e marne pelagici del Primo Giurassico; al contrario, nel Bacino del Generoso, si accumularono oltre 3500 metri di calcari emipelagici (Formazione di Moltrasio). Complesse brecce tettono-sedimentarie distribuite lungo le zone di faglia del fianco orientale della Soglia di Lugano documentano un’attività tettonica sinsedimentaria. In seguito, l’intero margine subì una fase di subsidenza termica con la conse7 guente deposizione di una successione pelagica di approfondimento che riflette una crescente batimetria, fluttuazioni nelle profondità di compensazione dei carbonati ed eventi oceanici a scala globale. Nelle Alpi Meridionali, l’evoluzione delle falde di sovrascorrimento e delle pieghe migrò da nord verso sud. Nel Dominio Sudalpino e Austroalpino, i primi movimenti orogenici alpini pre-collisionali (Fase Orobica) sono espressi dai sedimenti tardo-cretacei del Flysch (Gruppo del Flysch Lombardo, Cenomaniano terminale – Campaniano), cui fecero seguito sedimenti calcarei bioclastici e litoclastici, risedimentati e alternati a calcari pelagici (Formazione di Brenno, Formazione di Tabiago e Formazione di Ternate). I sedimenti depositati durante la crescita post-collisionale della catena (Gruppo della Gonfolite Lombarda) riflettono le successive fasi Insubrica e Lombarda della deformazione sudalpina. L’abbassamento del livello marino avvenuto nel Miocene terminale (Messiniano) durante la crisi di salinità del Mediterraneo è documentato da depositi post-orogenici che colmano valli profondamente incise. Durante il Quaternario numerosi cicli glaciali hanno interessato l’area del Foglio Mendrisio-Como a partire dal Primo Pleistocene. A questa età sono riferibili i più antichi depositi fluviali e fluvioglaciali che, spesso, si presentano parzialmente o totalmente litificati. Al Medio e Tardo Pleistocene sono invece attribuibili depositi sciolti di origine glaciale e fluvioglaciale. La loro estensione massima permette di definire la Massima Estensione dei Ghiacciai (MEG). I depositi glaciali e fluvioglaciali riferibili all’Ultimo Massimo Glaciale (UMG) presentano un’estensione areale più limitata rispetto a quelli precedenti all’UMG e interessano la porzione centrale e meridionale del Foglio a est di Stabio. I ghiacciai dell’UMG e delle prime fasi di ritiro occuparono il Mendrisiotto per un periodo tra 27.3 e 19.9 ka cal BP. I depositi quaternari più recenti sono costituiti principalmente dai sedimenti lacustri legati ai laghi proglaciali di Ligornetto-Genestrerio e Chiasso, da detriti di versante e da depositi alluvionali del Laveggio, della Breggia e del Faloppia. Numerosi movimenti di versante, distinti in deformazioni gravitative profonde di versante (DGPV), scivolamenti e crolli, interessano i pendii del Monte San Giorgio e quelli del Gruppo del Generoso.

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